118 – Breno, Lavarini, Pescarzo, Campogrande, Breno

Percorso: sentiero, mulattiera e stradine asfaltate, in un ambiente di media montagna. Difficoltà: facile
Lunghezza: km 8,5
Dislivello in salita: mt. 521
Periodo: tutto l’anno
Tempo: per l’anello completo circa ore 2,30
Accesso: da via Corno del Cerreto – Ostello
Segnavia: bianco e rosso del C.A.I. – sentiero N° 118

È una breve e facile passeggiata lungo una mulattiera quasi sempre immer­sa nell’ombra di un bosco misto di robinie, faggi, roverelle, abeti, pini, larici e vecchi castagni dal tronco faticosamente contorto. Si lascia il piazzale di fronte all’Ostello e, dirigendosi a sinistra, si inizia con una strada asfaltata che porta ad attraversare dapprima un ponte su un canale coperto e poi quella che conduce alle frazioni di Pescarzo ed Astrio. Girando a destra e subito dopo a sinistra si attraversa una piccola valle con presa d’acqua e si sale per breve tratto sotto il santuario di S.Valentino. Alla biforcazione del sentiero prendere a sinistra e poi ancora a sinistra in leggera discesa. Si passa dietro il camposanto e si raggiunge la frazione di Dassa che si attraversa fino alla cappella di Val Morina, ora affiancata da una piccola nuova chiesetta all’in­crocio con via Bersaglio. Da qui si inizia una salita, per brevissimi tratti an­che in buona pendenza, sulla mulattiera fino alle case di Lavarino Inferiore. Al cartello dell’inizio del Parco dell’Adamello si prosegue sempre diritti per giungere a fiancheggiare un grande casermone, da tempo in ristrutturazione, in località Lavarino Superiore. Dopo brevi tratti ancora in salita, finalmente il sentiero si spiana e, superato un castagno pluricentenario, si giunge così al “Santel de la Fontana” (Cappella della fontana). Infatti scendendo per una ventina di metri sul sentiero di sinistra si trova una sorgente dove dissetarsi. Il nostro sentiero però si biforca pochi passi prima della cappella dove, a de­stra, prosegue salendo nel mezzo del bosco. Il profumo di funghi o la fioritura di ciclamini o il biancheggiare dei bucaneve, secondo il periodo, ci accompa­gna per buona parte del cammino. Si prosegue su sentiero pianeggiante, e quando a sinistra, su un pratone, si affacciano 3 o 4 casette siamo giunti in località “Piasolta”. Dopo pochi minuti di salita si incrocia la mulattiera più ampia che conduce ai prati di “Argai”; noi teniamo a destra per lo stretto sentiero acciottolato che scende verso Pe­scarzo e che inizia parallelamente alla strada. Il sentiero termina dopo aver lasciato una sorgente, sulla strada comunale che unisce Breno a Pescarzo e Astrio; la si attraversa per entrare nel borgo e, al primo bivio, dove si incro­cia il tracciato del percorso che scende dalla “Preda de l’Altar” in direzione Breno, teniamo la sinistra e risaliamo verso la strada principale che attraver­siamo nuovamente. Dopo poco si incrocia la stessa strada, la percorriamo in discesa per pochi metri, fino al tornante, dove sul lato sinistro si diparte il sentiero che, dopo breve tratto pianeggiante, in discesa ci condurrà alla valle del Pilo. La si attraversa e, dopo aver lasciato dapprima a destra e poi sulla sinistra due cascine diroccate, si sbuca sulle “Colture”, altopiano ben tenuto e coltivato a campi e a orti. Al primo bivio si tiene a destra per scendere verso le case di Campogrande dove, dal piccolissimo piazzale, si percorre la stra­da che unisce Breno alle frazioni del Pilo e di Campogrande. Si attraversa e proprio di fronte, si prende una mulattiera dapprima pianeggiante e poi, in discesa sulla destra, si scende a Breno terminando così su via Corno del Cerreto a pochi passi dal punto di partenza (Ostello). Per la particolare posi­zione del sentiero, quasi sempre in ombra, pensiamo che durante i soleggiati e caldi mattini estivi si possa godere della frescura che solo un vecchio e accogliente bosco sa donare.

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CAI Breno

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